deficit uditivi nei bambini
Bambini

Disturbi dell'udito nei bambini: come riconoscerli

13 Ottobre 2025
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Individuare tempestivamente eventuali deficit uditivi per trattarli efficacemente

I problemi di udito in età pediatrica possono essere presenti sin dalla nascita oppure manifestarsi successivamente. La diagnosi precoce è fondamentale per il corretto sviluppo del linguaggio, dell’apprendimento e delle relazioni sociali: ecco perché è estremamente importante saper cogliere i possibili segnali, che spesso sono sottili o rischiano di essere sottovalutati. Analizziamo i principali sintomi e fenomeni a cui prestare attenzione e il modo in cui eventualmente intervenire.

 

Quali sono i problemi di udito più comuni nei bambini?

I disturbi uditivi più frequenti nei bambini, che possono variare da una forma temporanea a quella permanente, sono:

  • deficit uditivo (ipoacusia), che può essere genetico (ipoacusia trasmissiva) oppure provocato da infezioni da citomegalovirus;
  • otiti medie, con infezioni dell’orecchio medio che possono comportare una temporanea riduzione dell’udito;
  • eccessivo accumulo di cerume nel condotto uditivo;
  • neuropatia uditiva (ANSD), condizione piuttosto rara in cui i suoni vengono percepiti dall’orecchio esterno ma sono trasmessi in modo disorganizzato al cervello;
  • alterazioni dell’udito dovute a traumi, lesioni o all’esposizione a rumori molto forti (traumi acustici).

In tutti questi casi vi è la possibilità di intervenire e risolvere il problema, ma il trattamento è più efficace quanto più è tempestiva e rapida la diagnosi.

 

Segnali e sintomi da osservare per individuare una perdita uditiva

Gli indicatori per capire se un bambino ha difficoltà a sentire i suoni o di un qualsiasi disturbo dell’udito sono diversi e variano a seconda dell’età:

  • nei neonati (0-6 mesi), si possono osservare mancate reazioni ai rumori forti, incapacità di localizzare la voce dei genitori nei primi mesi, assenza o cessazione improvvisa della prima vocalizzazione;

 

  • dai 6 ai 24 mesi di vita, ci si può accorgere se il bambino non risponde quando viene chiamato, se evidenzia ritardi nelle prime parole e nello sviluppo progressivo del linguaggio, o se non è in grado di seguire istruzioni semplici;

 

  • in età prescolare e scolare, è bene approfondire nel caso in cui il bambino alza molto il volume della tv, chiede spesso di ripetere ciò che gli viene detto (“Cosa?”), appare distratto in classe, pronuncia parole in modo impreciso o parla troppo forte (o troppo piano).

 

Se uno o più di questi segnali si manifestano frequentemente, è opportuno rivolgersi al pediatra per sottoporre alla sua attenzione i comportamenti osservati, richiedere una valutazione audiologica specialistica ed effettuare eventualmente controlli specifici.

 

Screening uditivo per i bambini: quando farlo e a chi rivolgersi

La sorveglianza dell’udito è compito dei genitori rientra nelle buone pratiche per la salute dei bambini: lo screening neonatale uditivo è parte integrante di questo processo. Le linee guida internazionali raccomandano il modello 1-3-6, che prevede appunto il controllo mediante test dell’udito sui neonati nel corso del primo mese di vita per individuare eventuali perdite uditive alla nascita, seguito da una diagnosi completa entro i 3 mesi in caso di screening non superato e l’avvio di interventi ad hoc entro i 6 mesi per i casi confermati. Lo screening uditivo sui neonati viene solitamente effettuato direttamente in ospedale nei giorni immediatamente successivi al parto e rientra nelle indagini obbligatorie a livello nazionale.

Nel caso invece in cui si sospetta un deficit di udito nei bambini o si colgono potenziali segnali di ipoacusia, è importante parlarne subito con un medico – come detto, il pediatra di famiglia o uno specialista – per diagnosticare il problema con precisione ed evitare possibili ritardi di linguaggio e apprendimento.

 

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